TERAMO – Dopo Ruzzo e Teramo Ambiente, anche il Consiglio di indirizzo della Fondazione Tercas è sotto il controllo del centrodestra. Da ieri, quando l’ingresso di Marino Iommarini, designato dal Comune di Atri, ha cambiato numericamente i rapporti di forza politica. Gli scenari dunque cambiano ed è ovviamente di maggior rilievo se questo avviene in un "santuario" come quello del più grande istituto bancario abruzzese. E’ il preludio di una scalata alla Tercas? «Niente di tutto questo – è il pensiero del senatore nonchè coordinatore provinciale del Pdl, Paolo Tancredi – ma certamente una riflessione va aperta e un dialogo è stato avviato da tempo». «Premetto che la banca non è un partito – aggiunge -. Sarebbe gravissimo pensare di mischiare la sua gestione con i “pasticci” della politica, ma certamente la politica guarda con attenzione ai nuovi assetti senza però interferire sul core-business. Al presidente Nisii va dato il merito di aver cresciuto una banca forte, che rappresenta la spina dorsale dell’economia teramana e abruzzese, ma alcuni problemi negli ultimi tempi sono emersi e credo che le dimensioni assunte dalla Cassa di risparmio non possano più identificarsi con una sola persona al vertice. Credo si possa fare meglio, penso che serva una maggiore freschezza, ma soprattutto che la la Tercas si connoti meno come “banca d’affari” e più come “banca del territorio”, spingendo affinchè gli investimenti rimangano a Teramo e non vadano fuori, come sembra essere accaduto». Statuto alla mano, però, e senza pensare all’ipotesi "scalata", una riflessiona va fatta. Motore della Fondazione Tercas, che detiene per il 65% la proprietà della Cassa di Rispamio, il Consiglio d’indirizzo è composto da 10 membri, tra i quali il presidente che non ha diritto di voto. Appena rinnovato, scadrà nel 2015 e nomina il Consiglio di amministrazione della Fondazione (in scadenza a luglio 2013) che a sua volta nomina il Cda della Banca Tercas (in scadenza ad aprile 2013). Nel Consiglio siedono il presidente, Mario Nuzzo, Carlo De Sanctis e Roberto Prosperi (entrambi cooptati dai membri del Consiglio di indirizzo), Vanni Di Giosia e Vincenzo De Nardis (designati dal Comune di Teramo), Maria Vittoria Cozzi (designata dall’Università), Gianfranco Mancini (designato dalla Camera di Commercio), Marino Iommarini (designato dall’amministrazione di Atri), Raffaele Marinucci (designato dal Comune di Nereto) e Attilio Danese (designato dalla Provincia). Se si vota in 9 è evidente che i membri scelti da amministrazioni di centrodestra (cinque) hanno cambiato il peso politico al tavolo. Nel limbo ci sono le posizioni di Maria Vittoria Cozzi, docente universitaria designata dall’Università, di cui si paventa una sorta di incompatibilità (lo statuto recita che sono incompatibili “coloro che abbiano un rapporto organico di lavoro dipendente, o di collaborazione anche a tempo determinato, con qualifica di dirigente, con i soggetti cui lo Statuto attribuisce il potere di designazione”) e di Gianfranco ‘Gianni’ Mancini, presidente del Gruppo Consorform-Intercredit, che molti vorrebbero vicino all’assessore regionale Paolo Gatti, altri al presidente Nisii. I tempi di scadenza dei rispettivi mandati sembrerebbero blindare gli assetti della Banca Tercas, a meno che il Consiglio di indirizzo però non revochi il Cda, e per statuto potrebbe farlo. Non appare consigliabile e non rientrerebbe nelle strategie un braccio di ferro; un accordo sarebbe meno traumatico per tutti e soprattuto per la banca che, secondo Tancredi, «va tutelata dagli scossoni». Volendo assecondare i "rumors" si può domandare al senatore Tancredi se farebbe il Presidente della Fondazione Tercas? Per statuto i membri del Parlamento non possono essere componenti degli organi della Fondazione ma soprattutto, come egli stesso dichiara: "Non ci penso proprio". Ieri intanto il primo Consiglio di indirizzo della nuova era si è svolto in un clima di una "serena e collaborativa distensione". Che invita ad essere ottimisti.
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